Storia del vino Sciacchetrà
Il vino Sciacchetrà, meglio conosciuto come Cinque Terre Sciacchetrà è di origine italiana, prodotto in un piccolo territorio in provincia di La Spezia, in Liguria, precisamente, come si evince dal nome stesso, nelle Cinque Terre, che includono i borghi di Riomaggiore, Corniglia, Manarola, Monterosso e Vernazza.
Lo spettacolo offerto da tali coste è talmente suggestivo da essere stato inserito tra i patrimoni mondiali dell’Umanità dell’UNESCO nel 1997.
Lo Sciacchetrà è molto pregiato e si colloca tra i vini più conosciuti e più diffusi di origine ligure. Viene coltivato anche in altre parti d’Italia e all’estero esclusivamente in Francia e in Spagna.
Si tratta di un vino bianco passito DOC (Denominazione di origine controllata), ovvero ottenuto da uve che vengono lasciate appassire per circa due mesi su appositi graticci, senza essere esposte alla luce solare, affinché ci sia una maggiore concentrazione zuccherina, che conferisce al vino un grado di alcolicità più elevato.
Tale processo avviene in maniera del tutto naturale, perciò richiede dei tempi inevitabilmente più lunghi.
Questa tecnica fu importata dai greci ed è necessario che sia rispettata, cercando dei luoghi idonei, che siano soleggiati, ma anche freschi e ventilati.
In seguito, viene sottoposto ad un processo di invecchiamento che dura un anno e risulterà maturo dopo circa tre o quattro anni.
Il vino, molto conosciuto, nel corso della storia, è stato apprezzato anche da grandi poeti della letteratura italiana delle precedenti epoche come Gabriele D’Annunzio, Giosuè Carducci, Francesco Petrarca, Giovanni Pascoli e Giovanni Boccaccio, che ne hanno esaltato le numerose qualità nelle loro opere.
Dal punto di vista etimologico, il termine “Sciacchetrà” ha origini incerte.
Alcuni sostengono che significhi “schiacciare”, rimandando all’atto stesso della vendemmia, altri, invece, ritengono che derivi da un termine greco, con cui si denominavano le bevande fermentate.
Proprietà organolettiche del vino Sciacchetrà
Il vino ha un colore giallo, che può variare, cambiando gradazione da una tonalità più chiara, tendente al paglierino ad una più intensa, con riflessi dorati, a seconda della tipologia scelta.
E’ simile all’ambrato ed il profumo è parecchio intenso, con sentori di fiori e frutta.
Il sapore risulta molto gradevole e persistente, perché varia dal dolce al secco, caratterizzato da una nota particolare conferita dal miele di castagno e di acacia e da un retrogusto mandorlato. Generalmente, viene servito in un bicchiere piccolo ad una temperatura di 14° per far si che le sue proprietà rimangano totalmente inalterate.
Abbinamenti con il vino Sciacchetrà
Notoriamente, lo Sciacchetrà è considerato un buon vino da meditazione, ciò significa che non deve necessariamente essere accompagnato a delle pietanze, ma può essere gustato lentamente e tranquillamente da solo.
A tavola, risulta, comunque piacevole da bere in compagnia e da abbinare a diversi tipi di formaggio, sia dolce, aromatico, piccante o stagionato.
E’ possibile anche assaporarlo, subito dopo i pasti, accompagnandolo alla frutta secca, a diversi tipi di dessert, sia di origine italiana che straniera.
L’accostamento più caratteristico è quello con il pandolce alla bolognese, una ricetta ligure tipica del periodo natalizio.
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