Fiera Vinitaly 2022: il vino italiano, gli USA, la guerra e le nuove tendenze
Prima del Vinitaly, tappa fondamentale per vignaioli ed enofili italiani, abbiamo parlato con i nostri partner e qualcuno ci diceva che la mancanza di buyer stranieri provenienti da Russia e Cina faceva preferire all’azienda d’investire su eventi più a diretto contatto con i clienti, evitando la kermesse del vino e rimandando la presenza a future edizioni.
Presenze straniere
Il bilancio di chi ha partecipato all’evento è stato positivo, anche se certe previsioni erano corrette: anche il tema scelto da Veronafiere era orientato verso gli Stati Uniti, fortemente presenti, insieme a Germania e Giappone, mentre si è sentita l’assenza dei due colossi orientali. Il conflitto in corso ha azzerato le vendite nei paesi emergenti di quell’area, ecco che le stime di crescita sono state ridotte, anche perché nei Paesi lontani dove il vino italiano è amato, come il Giappone, è stato impossibile essere presenti per due anni a causa della pandemia, come per loro è stato impossibile venire e quindi coltivare i rapporti.

Orange festival
Le nuove tendenze, premiate da forti presenze, sono state i vini orange, cioè i bianchi macerati, e il mixology a basso contenuto di alcool, con protagonista il vino.
Vinitaly si conferma un appuntamento importante, i cui risultati in un momento di passaggio così delicato non erano scontati, che ha dimostrato come il settore, con tutte le difficoltà del caso, è vivo e vive grazie a una comunità internazionale in continua evoluzione, per componenti e tendenze.
Al prossimo anno.