Alla scoperta delle Marche, l’unica Regione d’Italia al plurale.
La Regione si chiama in questo modo perché segnava uno dei confini del Sacro Romano Impero.
Carlo Magno ed i successivi imperatori affidarono ai marchesi vari feudi (marchesati).
Tra questi la Marca Anconitana, la Marca Firmana, la Marca di Camerino ed altri.
Da qui il nome al plurale di questo bellissimo territorio, che vale la pena di conoscere.
Molto assortito dal punto di vista paesaggistico. Si passa dal mare alle dolci colline fino ai monti della catena dei Sibillini, senza trascurare gli incantevoli laghi. Questa estrema varietà si accompagna con numerose tipicità di cibi e di vini.
Andare alla scoperta di questi piccoli tesori è piacevole e gratificante per la vista e per il palato e quando si pensa di avere compiuto tutto il percorso ci si rende conto che è rimasto ancora qualcosa da esplorare. La sensazione che provo personalmente è che questa è una Regione che può offrire molto anche se alcuni gioielli sembra tenerli nascosti, quasi per “gelosia” o per il timore di perderli. Negli ultimi anni persone provenienti da varie parti del mondo sono venuti a visitarla e diversi di questi hanno acquistato delle proprietà, riportando in vita anche vecchi casali abbandonati.
Durante il mio girovagare alla scoperta del territorio mi sono imbattuto recentemente nella cantina vinicola “La Fontursia”, incastonata nelle colline, a pochissimi chilometri dal mare e poco distante dal centro storico di Ripatransone, Comune conosciuto come il “Belvedere del Piceno”.
L’azienda è nata nel 1955 per iniziativa di Filippo Di Veccia che ha lasciato la guida ai suoi figli, Maria Filippo e Gianmarco.
La passione e l’amore per questa attività si percepiscono appena si varca l’accesso alla proprietà, quasi si respirano nell’aria. Gianmarco tiene a sottolineare che grazie al loro impegno è stato prodotto il primo vino biologico nelle Marche. Questo è accaduto circa trent’anni fa quando persino
il termine biologico era poco conosciuto.
Passerina, Corbezzolo Rosato, Rosso Piceno, Pecorino sono il risultato di tanta passione.
Per coniugare due eccellenze, il vino e la pittura, una linea dei loro prodotti è stata denominata Crivellino. Le sue bottiglie si distinguono per la sigillatura con la ceralacca come ad evidenziare la preziosità del prodotto. L’omaggio al pittore del XV secolo Carlo Crivelli, vissuto per molti anni nel Sud delle Marche, non è casuale. I suoi tratti distintivi infatti sono la genuinità e la ricchezza dei dettagli.
Gianmarco insieme alla moglie Darinka, con molta maestria, organizzano di frequente delle serate a tema durante le quali la degustazione dei vini, accompagnata da assaggi di piatti tipici del territorio, si fonde con lo spettacolo, l’arte e la cultura.
Ho colto l’occasione e anch’io ho partecipato ad uno di questi eventi. Ho apprezzato molto la serata, in compagnia di alcuni amici.
Mi ha sorpreso la capacità dei titolari di unire la tradizione che risale al fondatore con l’innovazione portata nel processo produttivo e nel modello di commercializzazione e di marketing.
Questa è stata la mia prima partecipazione ad una circostanza di questo tipo, da cui sono uscito arricchito nel corpo e nello spirito. Mi sono ripromesso quindi di andare a conoscere altre realtà della zona fermamente convinto che ognuna di loro si distingua per originalità.
Parlare solo di Fontursia significherebbe fare un torto alle tante altre aziende del territorio che si stanno muovendo in questa direzione, pur con tutte le difficoltà che contraddistinguono il tempo che stiamo vivendo.
La pandemia che ci ha colpito poco più di due anni fa, oltre a chiuderci nelle nostra case ci ha fatto perdere l’abitudine allo stare insieme, alla convivialità che ha sempre caratterizzato il nostro popolo.
L’invito che posso fare, dal mio piccolo punto di vista, è quello di tornare a gustare ed apprezzare cose apparentemente semplici ma meravigliose e impagabili come assaporare un calice di buon vino osservando il sole calare dietro le colline.
In chiusura, riporto una citazione di Mario Soldati che mi sembra in tema : ” Il vino, specialmente in Italia, è la poesia della terra”.
Michele Chiericozzi