L’ASCESA DEL MONTEPULCIANO D’ABRUZZO, PARTE 1
MONTEPULCIANO, UNA REALTA’ IN CONTINUA ASCESA, CON TANTI GRANDI VINI. A PREZZI QUASI SEMPRE CONCORRENZIALI
Montepulciano, Nero Abruzzese, Sangiovese d’Abruzzo, Morellone: tanti differenti nomi che parlano del Montepulciano d’Abruzzo. Re indiscusso, fino a poco tempo fa, dei vini da taglio, per la ricchezza sia in antociani (che forniscono colore), che in fruttato, che in tannini (che forniscono corpo e astrigenza), il Montepulciano sta vivendo nella propria terra natìa una ascesa qualitativa a dir poco impressionante, con un numero elevato di etichette irresistibili e dal vantaggiosissimo rapporto qualità/prezzo.
Nero e dalla struttura poderosa, il vino subisce e ritrasmette nel bicchiere le notevoli differenze del territorio dal quale provengono le uve, differenze però che hanno nel fruttato di amarena e nel tannino pieno e sapido (e proprio la sapidità del tannino lo differenzia maggiormente dal “cugino” marchigiano) il comune denominatore.
I TERRITORI DEL MONTEPULCIANO
Volendo tentare una schematizzazione un poco generale, i principali territori in cui è coltivato, scendendo da nord a sud, sono i seguenti:
- Controguerra: in genere i vini provenienti dall’estremo settentrione della regione hanno un timbro floreale marcato, una struttura profonda ma non piena, ed un tannino dolce e ruvido;
- Costa teramana: il floreale lascia spazio alle note vegetali tipiche del montepulciano “marino” (felce, uva spina). Tannino gentile e struttura rotonda e immediata;
- Loreto Aprutino: senza dubbio uno dei terroir di elezione del Montepulciano, che acquisisce profondità (sia olfattiva che tannica) e complessità, senza quasi mai scadere in eccessiva rusticità;
- Ofena: la piana di Ofena, detta anche “il forno d’Abruzzo”, è la più lontana dal mare, da cui è riparata dal Gran Sasso. Le notevoli escursioni termiche donano un vino dal fruttato inebriante (par di masticare ciliegie e amarenene) e un corpo carnoso e sensuale. I Montepulciano più piacevoli forse provengono proprio da qui;
- Colline teatine: ovvero l’entroterra di Ortona, cuore enologico della regione. Quando non scadono in sentori e sapori rustici, i vini di questa zona esprimono al meglio quel carattere selvaggio (tabacco, terra bagnata, sottobosco) che dà tanti fascino al vino. Forse la zona più vocata a dare vini da invecchiamento.
- Vastese: i vini sono cupi e scontrosi, non particolarmente fruttati, ma riescono nelle migliori espressioni a trasmettere tutto il carattere selvatico del vitigno.
(continua con la seconda parte qui )
Francesco Annibali