L’appassionato e l’ansia da analogia
L’ansia da analogia? E’ la trasposizione in ambito gourmet dell’ansia da prestazione. Ma per apprezzare un vino non è necessaria (e nemmeno sufficiente)
“Banana, ananas, con sottofondo di giglio, pane fresco dell’alto cosentino, fragoline di bosco, vernice per muri e tabacco da pipa Latakia“. Non ditemi che non lo avete mai sentito.
Aspetto, quello della ricerca dell’analogia, irto di difficoltà e pieno di fascino, ma che gli appassionati tendono a sopravvalutare. Più importante, molto più importante riconoscere i difetti (questo sì essenziale) e valutare la rispondenza al vitigno e al territorio del vino che si assaggia.
Senza dimenticare che il vino è fatto per essere bevuto. Quindi, datemi retta: la prossima volta che vi trovate di fronte ad una buona bottiglia non preoccupatevi: se non avete voglia di stare a cercare il profumo di tabacco Latakia, non lo fate.
Vi divertirete lo stesso.
Francesco Annibali