La situazione dei pastori sardi
I pastori sardi sono in piena protesta, ma perché sta accadendo questo? Le motivazioni sono legate al prezzo del latte prodotto in Sardegna che ha subito un crollo notevole e insostenibile dai produttori. Il governo sta cercando di trovare un accordo tra le parti ma i pastori minacciano di bloccare i seggi in vista delle elezioni regionali.
Mentre in Francia la popolazione è insorta a causa degli aumenti dei prezzi del carburante, in Sardegna si discute sul valore del latte ovino e caprino tipico della regione. Per tali ragioni nei giorni scorsi si sono verificate vere e proprie rivolte in cui i pastori e la popolazione hanno bloccato le strade principali versando centinaia di litri di latte. Non avendo ottenuto nessuna risposta soddisfacente alle richieste avanzate fino ad oggi, gli allevatori hanno dichiarato di voler bloccare i seggi per le elezioni regionali che si terranno domenica 24 febbraio.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha aperto un tavolo per discutere della questione con il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ma attualmente è ancora tutto in sospeso e le proteste continuano. Un problema che si potrebbe rivelare più grave di quello che sembra vista la vicinanza delle elezioni regionali e la minaccia del blocco dei seggi da parte dei pastori.
Le motivazioni dei pastori sardi
Viene chiamata “l’onda bianca” il gruppo dei pastori sardi che dopo settimane di continue proteste e manifestazioni chiama in campo i politici e coinvolge tutta la nazione.
Il problema è cominciato il 6 febbraio, il giorno in cui a Villacidro, una cittadina situata tra Cagliari e Oristano, un mezzo di trasporto di una casearia venne bloccato da due persone con indosso un cappuccio che brandivano delle spranghe. L’autista ha subito minacce ed ha dovuto vuotare la cisterna del latte lasciandolo cadere sulla strada.
Questo è stato l’atto che ha dato il via alle proteste in tutta l’isola in cui si sono visti gettare in strada centinaia di litri di quello che viene chiamato “l’oro bianco”. I blocchi stradali effettuati in diverse vie sarde hanno congestionato il traffico, in particolar modo sulla Statale 131 ovvero la strada più importante della Sardegna, oltre all’area nautica di Porto Torres.
Un gesto forte per denunciare una situazione che ha portato gli allevatori all’esasperazione. Il punto che ha creato discordia è il prezzo ribassato in modo esagerato del latte ovino e caprino che non consente ai pastori di avere un margine di guadagno accettabile. Il prezzo stabilito è di 60 centesimi al litro che risulta essere tanto limitato da non permettere il pagamento delle spese, per questo i pastori hanno avanzato una richiesta di almeno 1 €/lt.
La Coldiretti Sardegna ha dichiarato che il calo del prezzo potrebbe essere dovuto ad una riduzione della produzione di 33 aziende casearie su 35 che non sono riuscite a raggiungere la quota stabilita di latte ma hanno presentato una quantità elevata di pecorino romano. Questo surplus di prodotti sembra essere la causa delle tariffe ribassate. I caseifici per recuperare tale perdita sul prezzo del pecorino romano, hanno pagato il latte ad un costo più basso creando la rivolta dei pastori. Si attendono ora gli sviluppi della vicenda per vedere se si potrà trovare un accordo soddisfacente per tutti placando gli animi degli allevatori della Sardegna.