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Angolo dell'esperto

La mela rosa dei Monti Sibillini

mela rosa sibilliniLa mela rosa dei Monti Sibillini, presidio Slow Food protagonista di due festival

La Mela Rosa dei Monti Sibillini è anche nota come mela rosa marchigiana. È un prodotto tipico che ha origini antiche e viene coltivato tra i 400 e i 900 mt di altitudine nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Si presenta con dimensioni medio-piccole dalla forma appiattita ed irregolare, con buccia liscia e spessa.
In autunno a questa varietà di mela vengono dedicati due festival nella zona dei Sibillini, uno nel Comune di Montedinove e l’altro a Monte San Martino.
Sui Monti Sibillini la mela rosa si coltiva in una cerchia ristretta di Comuni, anche per questa ragione è poco conosciuta nel resto d’Italia.
In uno di questi Comuni, a Montedinove, il 29 e 30 ottobre si è celebrata la dodicesima edizione della sagra della mela rosa.
Complice una bellissima giornata di sole, in questo autunno che si è travestito da primavera inoltrata, sono salito nel bellissimo borgo arroccato a 560 metri di altezza sul mare, godendo di una vista che spazia dalla costa adriatica ai Monti Sibillini, dal Monte Conero al Gran Sasso d’Italia.
Questa edizione del festival è coincisa con l’esordio del primo museo della mela rosa, che ha aperto i battenti proprio con l’inaugurazione della festa e con un convegno che ha celebrato questo prezioso frutto di montagna.
All’incontro ha partecipato, tra gli altri, il Dott. Mauro Mario Mariani, noto al grande pubblico per i suoi interventi sui canali Rai e autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Angiologo che si definisce “mangiologo”, il dott. Mariani da diversi anni è un tenace paladino del concetto di sovranità alimentare. Convinto sostenitore dell’importanza di mangiare cibo locale, frutta e verdura di stagione, carni provenienti da allevamenti non intensivi, senza tralasciare la valenza dei legumi e dei cereali. Propugnatore della tesi che la sua attività di medico inizi con la prevenzione e non con la cura della malattia e che l’utilizzo della dieta mediterranea contribuisca senza dubbio al benessere delle persone, riducendo notevolmente il rischio di ammalarsi.

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mela rosa festival

La protagonista della manifestazione, la mela rosa entrata con pieno diritto nel presidio Slow Food, si è guadagnata ulteriori celebrazioni. Passeggiando nel grazioso centro storico della cittadina mi sono imbattuto in un ristorante nel quale lo chef ha lasciato il suo regno – la cucina – nelle mani di alcuni rappresentanti della scuola alberghiera di Porto Sant’Elpidio. Il prof. Fioroni, docente di enogastronomia presso l’Istituto Alberghiero Urbani, supportato dal lavoro di sei dei suoi alunni, si è cimentato nella preparazione delle prelibatezze previste dal menu preparato per l’occasione.
L’antipasto composto da olive ascolane e mela rosa dorata è stato seguito da due primi piatti, chitarrine al ragù, con guanciale e mela rosa, e risotto alla mela rosa.
A seguire ho potuto apprezzare la lombatina in salsa di mela rosa accompagnata da un’insalata di rucola con mela rosa e scaglie di parmigiano.
Non poteva mancare il dessert, uno strudel con l’immancabile mela rosa e guarnito con gelato allo zabaione.
La fine di questa piacevole esperienza gastronomica ha lasciato lo spazio a una riflessione: si è in parte ribaltato il paradigma del turista che si muove per la scoperta di arte e cultura del territorio e poi, sul posto, sceglie dove e cosa mangiare.mela rosa montedinove paese

Sempre più frequentemente il visitatore si muove partendo dal percorso enogastronomico a cui fa seguire il percorso che porta a conoscere le risorse storiche, artistiche e paesaggistiche della zona.
Prima di concludere questa bella giornata e riprendere la via del ritorno ho acquistato una discreta quantità di mele rosa che potrò assaporare nei prossimi mesi.

Mi è stato spiegato che prima dell’avvento del frigorifero le mele venivano conservate sotto la paglia in modo che potessero durare fino alla primavera, per lasciare il posto ai frutti della nuova stagione.
Ancora una volta il percorso che mi ha mosso alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze è stato proficuo. Da qui posso ripartire per una nuova tappa, mosso da tanta curiosità e dalla voglia di scoprire le tante ricchezze che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto.

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Michele Chiericozzi

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