Langhe da Neive Barbaresco Alba Barolo a Dogliani
L’itinerario enogastronomico nelle Langhe vede protagonista il Vino, queste valli e colline sono patrimonio UNESCO dal 2014 per il legame tra l’uomo il paesaggio e il vino. Dal vitigno Nebbiolo coltivato in queste terre, derivano i vini conosciuti nel mondo, dal Barolo, Barbera, Barbaresco, Nebbiolo d’Alba, il Dolcetto di Diano d’Alba e il Dolcetto di Dogliani.
Langa deriva dal termine “Landa” sta a significare “lunga collina e avvallamento”, gli abitanti del piemonte usano dire “andar per langa” tutte le attività territoriali sono legate a questo ambiente naturale incontaminato e si prestano per una gita enogastronomica con degustazioni ed esperienze sensoriali indimenticabili.
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Siamo in Piemonte in provincia di Cuneo partiamo da nord uscendo dalla A33 uscita Castagnito saliamo con la SP3 fino a Neive dove ha inizio la scoperta delle Langhe. Neive è definito paese dei signorotti “pais di sgnuret” perché era scelto dalla borghesia più ricca, ne sono testimoni palazzi di rara bellezza, nel centro rimasto praticamente invariato dal medioevo troviamo la Casaforte dei Cotti di Ceres, che faceva parte del ricetto difensivo risalente al XIII sec., vicino la torre dell’orologio che ha perso l’originale castello, sostituito dall’attuale villa privata, da non perdere il museo della distilleria Romano Levi mentre per i vini abbiamo Barbaresco, Barbera, Moscato, Dolcetto e il Dolcetto di Dogliani.
Riprendiamo il viaggio per Barbaresco da lontano spicca la Torre di Barbaresco il simbolo di questo piccolo

borgo tutto intorno le colline sono piene di filari, qui il vitigno Nebbiolo si trasforma nel vino Barbaresco DOCG, da vedere nel centro la torre risalente al XI sec. con i suoi 36 metri può far godere di un panorama senza eguali sul territorio delle Langhe, si va dal Tanaro con sullo sfondo Alba fino a Cherasco, sul lato opposto sullo sfondo a far da cornice le alpi e all’orizzonte Asti.
Riprendiamo la SP3 verso Alba la città delle “cento torri”, è capitale storica ed economica delle Langhe oltre

ai vini spicca per il famoso Tartufo bianco d’Alba. Da vedere la Cattedrale di San Lorenzo con la Torre Campanaria aperta solo alcuni periodi dell’anno con oltre 40 metri regala un’ottima vista panoramica.
Con la SP236 arriviamo a La Morra dove consigliamo di visitare il Mulino Sobrino un vecchio mulino di circa un secolo fa costruito per buona parte in legno, dove vengono prodotte farine di cereali e castagne, in centro nelle cantine settecentesche del palazzo dei Marchesi di Barolo troviamo la cantina comunale di La Morra dove è possibile degustare e acquistare il vino dei soci/produttori del comprensorio comunale
Prendiamo la strada Fontanazza, panoramica stradina per visitare la variopinta Cappella delle Brunate, una cappella non consacrata, una volta usata come riparo a chi lavorava nelle vigne adiacenti in caso di mal tempo, ora ristrutturata nel 1999 è divenuta simbolo del Barolo.

Seguiamo la strada fino a incontrare la SP3 per Barolo, visiteremo il Museo del vino “WIMU” wine museum castello di Barolo non è naturalmente solo un semplice museo, ma qui si fa esperienza della cultura e del mito del vino, tra storia, arti e tradizioni locali in rapporto con l’uomo, tra l’altro il museo si integra con l’enoteca Regionale del barolo.
Continuiamo per arrivare a Monforte d’Alba il borgo è situato su un colle dove godere del panorama sui vigneti circostanti, dal 2018 è entrata a far parte dei borghi più belli d’Italia, da vedere presso la piazza Antica Chiesa, l’adiacente anfiteatro che si presta alle varie manifestazioni, e la vicina e isolata antica torre campanaria. Poco distante dei primi ‘900, da vedere S. Maria della Neve con l’alto campanile e sulla sommità una cupola con ai lati le statue degli evangelisti.
Infine prendiamo la SP9 verso Dogliani, definita la capitale delle Langhe sud occidentali, divisa in due centri storici distinti il “Borgo” a fondovalle e il “Castello” sul colle, ai quali si vanno ad aggiungere nel dopoguerra altri quartieri periferici. Dogliani affonda le sue radice in epoca pre-romana con i primi insediamenti nella zona San Quirico, poi l’espansione nella Pieve e infine nell’epoca medioevale si spostò verso il colle dove si costruì il castello per di difendersi da saccheggi e scorribande di Ungari e Saraceni nel X sec.
Nel dopoguerra il Doglianese Luigi Einaudi, celebre economista e statista nonché nel 1955 presidente della Repubblica italiana, diede con il suo pensiero “Si vive con il frutto del proprio lavoro personale. Se c’è un reddito…, prima bisogna pensare a rinnovare i piantamenti… e fare tutti i vari lavori di conservazione e miglioramento dei terreni e delle case rustiche” un insegnamento che gli abitanti di queste terre fecero loro, il risultato è nel miracoloso e laborioso lavoro, dei viticoltori e cantinieri di Dogliani, modello di agricoltura per la valorizzazione dell’economia del territorio.
Per il vino a Dogliani abbiamo il Dolcetto è riunito in un unico disciplinare, dal quale nascono due varianti, il Dogliani docg e il Dogliani Superiore docg, da visitare La Bottega del Vino Dogliani dove dal 2012 la promozione e la valorizzazione della cultura enologica va avanti con serate a tema degustazioni ed aperitivi, la trovate nelle cantine sotterranee sotto il Municipio di fianco alla della Chiesa dei SS. Quirico e Paolo.
La gastronomia itinerario della Langhe
Formaggi: il Murazzano DOP prodotto in 43 comuni delle Langhe, il Bra DOP e il Raschera DOP prodotti nella provincia di Cuneo, infine la Toma Piemontese DOP prodotta nel cuneese e in tutto il Piemonte e la Robiola di Roccaverano DOP nella provincia di Asti e Alessandria.
Salumi dal Crudo di Cuneo DOP , la pancetta arrotolata, i salami di diversa forma e stagionatura conditi anche con vino e a seconda di quello usato avrà denominazione al Dolcetto o al Barolo, le Salsiccie di Bra.
Le Nocciole Piemonte IGP e il Tartufo bianco d’Alba.
Piatti tipici
Gli agnolotti alla piemontese chiamati localmente agnolòt o gnolòt
Agnolotti al Plin un particolare raviolo ripieno, i Tajarin in piemontese sono tagliolini tradizionali con pasta all’uovo, la Cisrà piatto povero tradizionale è un minestrone di zuppa di trippe e ceci,
La Bagna Caoda, la salsa per eccellenza nelle Langhe con, aglio, olio d’oliva e le acciughe sotto sale.
La Bagna Caoda è servita bollente in ciotole di coccio, dove vengono intinte verdure fresche come sedano, cavolo, verza, cardo, peperone oppure cotte tipo le patate lesse, il cavolfiore, la barbabietola rossa. Da accompagnare con pane cotto nel forno a legna e per i vini naturalmente pregiati vini rossi di Langa.
I bagnetti nelle loro varietà caldi come la lingua di vitello e la Bagna d’Infern con protagonista il peperoncino, o freddi verdi che vedono primeggiare il prezzemolo ed erbe aromatiche
La Carne cruda all’Albese, titolo moderno per indicare l’antica e tradizionale “insalata di carne cruda” o “carne al coltello”