La nostra ricchezza enogastronomica è famosa ed invidiata da tutto il Mondo.
L’Italia vanta nel mondo il maggior numero di certificazioni di qualità dei prodotti agroalimentari, che sono in costante aumento, infatti ad oggi si contano ben 823 certificazioni tra vini, carni, formaggi e oli, senza prendere in considerazione le nuove certificazioni di prodotti tradizionali comunali.
Nel mondo il “Made in Italy” fà gola e la truffa dei prodotti simili con nome contraffatto è ormai diffusissima, come il Parmesan, mortadela siciliana diffusi negli stati Uniti e Canada, la Salsa pomarola venduta in argentina, la Zottarella prodotta in Germania, gli Spagheroni e Spaghetti napoletana che si possono trovare sugli scaffali dei supermercati belgi e olandesi e, addirittura, il Caccio cavalo brasiliano.
Insomma una miriadi di contraffazioni alimentari che non hanno niente a che fare con il Bel Paese, se non per il fatto di sottrarre oltre 60 miliardi di euro alle nostre aziende, creando un danno economico e di immagine, impoverendo tutte le filiere produttive.
Ora il lavoro della comunità Europea per la tutela dei marchi certificati ha fatto passi da gigante, ma non basta ancora. Servirebbe uno sforzo ulteriore per difendere le nostre ricchezze.
Ma vediamo cosa sono i singoli marchi di tutela e cosa significano le loro sigle.
Cosa significano le sigle “Dop” ed “Igp”?
Sono marchi di qualità riconosciuti dall’Unione Europea per decreto che tutelano i prodotti di riferimento da eventuali tentativi di contraffazione.
La sigla Dop sta per “denominazione di origine protetta”.
Le Dop sono tipicità il cui processo produttivo deve avvenire totalmente in un’area geografica ben delimitata, spesso anche le materie prime devono provenire dallo stesso territorio. Esiste un consorzio di tutela, che racchiude tutti i produttori che si avvalgono della certificazione che effettua un autocontrollo sulla filiera produttiva, attraverso verifica di tranciabilità della provenienza delle materie prime, verifica delle metodologie di produzione e di stagionatura dei prodotti.
Sono esempi di Dop il Parmigiano Reggiano, il Pane Toscano, ma anche i Fagioli Bianchi di Rotonda o l’olio extra vergine Tergeste.
La sigla Igp sta per “indicazione geografica protetta” .
I prodotti a denominazione Igp seguono sempre un disciplinare, ma a differenza delle Dop, la materia prima o più fasi di lavorazione possono essere di zona al di fuori del territorio di riferimento, ma è necessario che una fase del processo produttivo avvenga nell’area descritta dal disciplinare. Un esempio è dato dallo Speck dell’Alto Adige: la carne può provenire da suini di tutta Europa, ma la lavorazione e stagionatura deve essere effettuata nel territorio regionale.
Altri esempi sono: La Lenticchia di Altamura, l’Asparago di Badoere, Il Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese, il cappero di Pantelleria e l’Arancia rossa di Sicilia.
Le certificazioni
Le denominazioni DOP ed IGP per i prodotti agroalimentari vengono create in Europa nel 1992. La nascita dei certificati ha dato modo a prodotti come il più famoso Parmigiano di esser conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, inoltre ha consentito di poter stabilire come dove e con cosa dovesse esser prodotto, certificando ogni passaggio a tutela sia del produttore, ma a maggior ragione del consumatore.
Come avviene la certificazione Dop e Igp
Per ottenere il riconoscimento di un prodotto DOP o di un prodotto IGP bisogna seguire un iter assai lungo, Per prima cosa bisogna fare domanda al Ministero delle politiche agricole e forestali. A presentare la richiesta dovrà essere un gruppo di produttori di una determinata zona, che abbiano tutti gli interessi a far si che il loro prodotto venga tutelato da un marchio di garanzia. Nella domanda bisognerà inserire specificatamente tutte le peculiarità distintive del prodotto in questione, la sua origine storica nel territorio, meglio se comprovata da documenti di archivio, spesso rintracciabili presso gli archivi comunali, indicare i processi produttivi nelle singole fasi creando il cosiddetto Disciplinare di produzione e l’ente di certificazione tra quelli riconosciuti dal Ministero a cui affidare i controlli sulla conformità della produzione al Disciplinare.
Seguirà una fase di istruttoria al termine della quale, il Ministero potrà giudicare positivamente o negativamente l’istanza. In caso positivo, la domanda sarà inviata per il riconoscimento del prodotto DOP o del prodotto IGP alla Commissione dell’Unione Europea che esaminerà la conformità al Regolamento 1151/2012. Se il giudizio è favorevole la domanda di certificazione DOP o IGP verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE e trascorsi tre mesi senza nessuna opposizione il prodotto otterrà il riconoscimento richiesto con tanto di iscrizione nell’ apposito Albo comunitario.