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Angolo dell'esperto

Come usare il vino per intrattenere, Cantina Bastianelli

Cena con delitto alla Cantina Bastianelli

Facciamo un paio di domande a Luca Mercuri, criminologo, prima di iniziare questa serata speciale di vino e intrattenimento:

luca mercuri e dafne di Enogastronomia.it
La tua formazione è abbastanza unica, ho letto che sei immigratologo e criminologo.
La mia formazione parte dallo studio delle politiche sociali criminologiche presso la facoltà di scienze politiche, poi ho conseguito una specialistica sulle politiche sociali e i servizi sociali e un master sull’immigrazione. Ho lavorato sette anni nell’ambito sociale, dalla disabilità alla psichiatria, e poi ho ripreso gli studi sulla criminologia: ho fatto un master sulla neuro-criminologia, un corso di psicologia criminale e la biennale di tecniche investigative forensi.

Sono diversi anni che organizzo questi incontri: mi piace portare tra le persone la criminologia, o meglio la fenomenologia sociale con un approccio criminologico perché la criminologia studia il comportamento umano, di solito però quando è deviato. Si parla, quindi, di devianze del comportamento quando la persona va contro i precetti sociali, ma non necessariamente si tratta di un criminale.

Comunque, con questo approccio si riesce a vedere il fenomeno sotto tanti punti di vista perché la criminologia è multi-fattoriale: non vediamo solo il fenomeno finale – il crimine – ma tutto quello che c’è dietro, le cause, e questo serve sia per prevenire sia per dare una risposta a ciò che è accaduto.
Come ti è venuta l’idea di creare intorno a questo argomento degli eventi per intrattenere?
È stata una scommessa: sono partito dall’idea di voler portare la criminologia tra la gente comune. Di solito è un tema trattato nei convegni, dove chi partecipa è magari un politico, più interessato al messaggio di comunicazione dato dalla sua presenza, o addetti ai lavori, ma così il tema rimane tra chi già lo conosce e non c’è nessuna divulgazione. Io volevo portarlo nella vita reale, dando degli spunti alle persone che partecipano, per riflettere e cogliere le possibili criticità in ognuno di noi. Questa scommessa è stata colta da Pamela e Francesco Bastianelli, della cantina, e abbiamo iniziato a proporre una serie di incontri, ognuno incentrato su una tematica, che hanno avuto un riscontro positivo. A questi cicli abbiamo abbinato, per chiudere, una cena con delitto, che rappresenta la parte più ludica, a cui assisterete stasera.
Si gioca, ragionando e cercando di arrivare a una soluzione. Ovviamente le mie cene con delitto sono diverse da quelle classiche, basate principalmente sulla rappresentazione quasi teatrale della storia. Anche qui abbiamo un attore, Luca, che mi aiuterà a narrare la storia e mostrare gli indizi, ma soprattutto ci si concentra sul ragionamento, cercando di far diventare i partecipanti dei criminal profiler per una sera: non dovrete, infatti, scoprire solo il colpevole, ma ipotizzare un movente, la dinamica ed eventuali complici. Non è un gioco che si risolve indovinando, questo è certo, perché bisogna rispondere alle domande che si pone ogni criminal profiler nel proprio lavoro: come è successo, quando è accaduto, come è avvenuto, chi l’ha fatto e perché.
L’hai inventata tu questa formula?
Sì, insieme a Luca, l’attore con cui collaboro: le trame dei delitti sono nostre e ogni volta ne scriviamo di nuove.
Siamo in cantina: qui si viene per rilassarsi e fare due chiacchiere davanti un bicchiere di vino, eppure la tua formula ha avuto successo. Cosa è stato secondo te?
Un po’ il fascino di scoprire la mente umana, aldilà della criminalità, perché anche un assassino è una persona comune e tutti abbiamo dentro, in potenza, quei lati oscuri che lui, o lei, mette in atto nel momento che compie un delitto. Tutti siamo curiosi di sapere come funzioniamo e potenzialmente quello che l’essere umano può compiere, soprattutto se la scoperta avviene in un luogo sicuro come la cantina, dove la convivialità la fa da padrone. È molto rassicurante parlare in questo ambiente ed è difatti accaduto che nelle nostre serate tanti si sono aperti con me, parlando anche di loro stessi. Il palcoscenico della cantina è adatto per far incontrare le persone in modo attivo, vivendo il divertimento invece di subirlo, parlando e confrontandosi tra loro, e le persone ci hanno dato ragione.

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vino BastianelliInizia la cena con delitto

Ha ragione Luca a dire che la cantina è il posto adatto per lanciare nuovi modi di stare insieme, difatti stasera è gremita da settanta invitati, mentre Pamela, l’ospite della casa, mi dice che ha dovuto rifiutare altre venti richieste. La serata è legata alle emozioni, anche se basata su tecniche investigative forensi, e stare insieme, parlando tra i tavoli, amplifica le sensazioni create da Luca e Luca per l’occasione.
Quando sono ormai tutti seduti e la sala si è riscaldata con risate e saluti, prende il microfono Francesco Bastianelli per dare il via alla serata. Presentata la cantina, lo chef e il personale di sala, si passa a spiegare il gioco: ogni tavolo è munito di carta e penna per annotare indizi e svolte del racconto, di modo da poter dare una risposta alla fine del gioco. Francesco spiega che il gioco è duplice: oltre a dover indovinare l’assassino, ogni tavolo ha due bottiglie senza etichetta che, oltre al vino servito per allietare la cena, dovranno essere assaggiate dai presenti, che poi potranno cimentarsi a indovinare di quale vino di casa Bastianelli si tratti. L’atmosfera si riscalda, della musica jazz fa da tappeto sonoro al criminologo e l’attore che raccontano la storia del delitto, intanto gli invitati assaggiano gli antipasti preparati da Roberto Santarelli, chef che collabora sempre con la cantina durante questi eventi e che per la serata ha creato un menù su misura, di carne e verdure, abbinato al vino Bastianelli.

Francesco e Pamela si muovono tra i tavoli, intrattenendo gli ospiti, servendo il vino, portando i piatti, intanto i bambini giocano sotto gli occhi dei genitori in un ambiente sicuro. Si beve, si mangia, si conversa, ogni volta che il cibo si ferma per dare spazio alla storia, qualcuno in ogni tavolo prende appunti, è un’atmosfera viva che dalle 20:30 di sera fa volare le lancette all’una di notte, quando il colpevole sarà svelato.
Prima del finale ancora tanto c’è da vivere: filmati mandati ai profili Whatsapp dei presenti, con altri indizi video, la scena del delitto ricostruita tra le botti di legno dove il vino riposa, in cui fare foto come veri detective per analizzare le prove lasciate dall’assassino. La sala è riscaldata dalle conversazioni, il criminologo interagisce con tutti, dando spiegazioni e consigli.

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Il palcoscenico della cantina

cantina Bastianelli cena con delitto
Noi di Enogastronomia.it siamo stati invitati a provare con mano cosa è capace di fare la cantina Bastianelli e abbiamo visto che una famiglia che accoglie, dove il cibo è buono e casereccio come in trattoria, dove andare per vivere esperienze uniche intorno a un tema, di cui possiamo dimenticarci perché si sta bene a conversare e bere, in un ambiente dove tutti si sentono coinvolti, grandi e piccoli. È una cantina, è una famiglia, qualcosa di unico, fatta di persone che attraggono persone simili, speciali, con una storia da raccontare. A queste persone la famiglia Bastianelli offre il proprio palco, la cantina, dove la vita passa e le persone si incontrano intorno a un bicchiere di vino, l’unico testimone costante di tutto quello che accade lì.

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