Amarone impariamo a conoscerlo
Il luogo di produzione dell’Amarone
Intenso ed elegante, l’Amarone è uno dei vini italiani più importanti e più conosciuti al mondo, tanto famoso da rendere le colline della Valpolicella, sulle quali nasce, una delle mete preferite dagli estimatori del vino.
Caratterizzata da un clima mite e poco piovoso, vicina al Lago di Garda e protetta dai Monti Lessini che fanno da barriera ai freddi venti settentrionali, la Valpolicella, è da sempre terra d’elezione per la coltivazione di vitigni autoctoni e classicamente conosciuta per la produzione del Recioto, un vino dolce, vellutato e armonioso.
La tecnica di vinificazione dell’Amarone è rimasta invariata negli anni e si caratterizza per il metodo di produzione tramite l’appassimento delle uve sulle arelle, i tradizionali graticci in legno e bambù,
la cui struttura favorisce il passaggio dell’aria.
I grappoli vengono lasciati ad appassire per un tempo che può anche oltrepassare i quattro mesi e dopo la pigiatura, il mosto viene fatto riposare in botti rigorosamente fabbricate con legno di rovere di Slavonia o di specifiche zone della Francia.
Trascorso questo tempo di affinamento in legno, che ne consente la piena maturazione e ne fissa il colore, il vino può essere finalmente imbottigliato e, prima della commercializzazione, trascorre un ulteriore periodo di affinamento in vetro.
Storia dell’Amarone
Circa le origini dell’Amarone sono state riferite numerose e differenti versioni. Quella più conosciuta e accreditata, racconta che l’Amarone sia nato, intorno al 1936, dalla dimenticanza di una botte di Recioto all’interno della Cantina Sociale Valpolicella.
Il capocantina di allora, Adelino Lucchese, ritrovando la botte dimenticata, scoprì al suo interno un vino che, avendo prolungato la sua fermentazione molto oltre il tempo “canonico”, era ormai divenuto secco e non più dolce come avrebbe dovuto essere un buon Recioto.
All’assaggio, però, Adelino rimase piacevolmente colpito dal fatto che quel vino avesse un gusto incredibilmente morbido, profumato e…spiccatamente amaro.
Nacque così l’Amarone, che venne diffuso con il nome dovuto, appunto, a quella sua particolare e inedita nota amarognola.
Al di là della storia così come riportata e dell’eventuale dimenticanza da parte di un cantiniere distratto, sono state formulate altre ipotesi sulla nascita dell’Amarone, legate più scientificamente ad un’alterazione della fermentazione, causata da un inverno insolitamente caldo.
E andando ancora più indietro nel tempo, tracce di vino “amaro” prodotto in Valpolicella (la “valle dalle molte cantine”, secondo la denominazione risalente ai Latini), si trovano già ai tempi di Catullo, che nei suoi carmi desidera bicchieri di un vino “più amaro”.
Successivamente, anche Cassiodoro nomina l’Acinatico, descrivendolo come un vino amaro prodotto in Valpolicella.
E’ possibile, dunque che la nascita dell’Amarone non sia riconducibile al caso fortuito narrato dalla leggenda del cantiniere distratto, ma che si tratti di un vino già conosciuto e prodotto con una tecnica apposita perché risultasse, appunto, più amaro.
Si deve comunque riconoscere che la vera e propria produzione e, quindi, la conoscenza dell’Amarone come vino con un carattere proprio e definito, si colloca agli inizi del ‘900.
Avviato a più ampia commercializzazione nella seconda metà del secolo scorso, nel 1968 l’Amarone della Valpolicella ha ottenuto il riconoscimento della DOC e, nel 2010, quello della DOCG.
Le caratteristiche organolettiche dell’Amarone e gli abbinamenti consigliati
La struttura dell’Amarone è quella di un vino rosso asciutto e pieno, dall’aroma invitante, dal corpo deciso e dai tannini morbidi. E’ uno dei vini con il più alto potenziale di invecchiamento al mondo: può superare anche i vent’anni di conservazione e il suo colore, col tempo, acquista sfumature granato.
Molto intenso sia nel gusto che nel colore, l’Amarone presenta un bouquet che esordisce con sentori di liquirizia e spezie, anticipando note profonde di frutti rossi e vaniglia.
Il gusto elegante ed equilibrato è caratterizzato dalla nota amarognola che gli dona un accento unico e peculiare.
Denso e morbido al palato, è un passito insolito, secco anziché dolce, sapido e strutturato; necessita di qualche anno per raggiungere l’equilibrio ideale e, in alcuni casi, viene lasciato invecchiare anche 10 anni. Anche se è tipicamente un vino da invecchiamento, grazie ai suoi piacevoli tannini rotondi, l’Amarone può essere degustato anche in gioventù, rivelando sempre il suo carattere opulento e spiccato.
Data la sua struttura decisa, l’Amarone è perfetto per accompagnare cibi autunnali e invernali. Quindi, ideale con piatti importanti come cacciagione, arrosti di carne rossa, brasati, spezzatini e formaggi stagionati. Si abbina molto bene anche con primi piatti elaborati o tradizionali e viene utilizzato come l’ingrediente che caratterizza il famoso risotto “all’Amarone“.
Indicato anche l’abbinamento con il barbecue, grazie al suo corredo speziato, che si accompagna molto bene con la dolcezza e l’affumicatura delle carni alla griglia.
Ottimo anche a fine pasto, abbinato al cioccolato e ai dolci al caffè, l’Amarone della Valpolicella è ideale anche bevuto da solo, come vino da meditazione.
Sito ufficiale del consorzio di tutella dell’Amarone della Valpolicella
Una splendida degustazione di annate storiche di Amarone Bertani in video